Recensione: Il metodo Redzminski

Ci sono decisioni che ci portano dritti verso un destino che non ti aspetti, ma che è quello che meriti. Ci sono cicatrici che non sempre sono visibili, ma non per questo fanno meno male. Ci sono mezze verità da utilizzare come scudo contro il mondo, ma tu in quelle mezze verità non ti ci troverai mai del tutto.

Copertina de Il metodo Redzminski

Lukasz Redzminski è un sopravvissuto, spezzato, ma vivo. Odia profondamente i tedeschi e chi non gli permette di pilotare i suoi arei: il cielo infatti è l'unica cosa al mondo che lo fa sentire libero. Ma quella stessa libertà è stata, allo stesso tempo, l'inizio della sua prigionia: lui pilotava gli aerei in guerra, ha visto morire i suoi compagni e da allora non si è mai ripreso del tutto. Ed è per questo che sua sorella lo obbliga a tornare nel luogo in cui tutto è iniziato, dove lui si è perso: a Varsavia.

Ed è qui che Lukasz conosce un altro modo di essere libero, che trova un altro cielo in cui volare. E a volte quel cielo e quella libertà vengono incarnate da una persona, che per lui è la sua persona: Ewelina Szeliga, una cacciatrice di tesori.

Il loro primo incontro non è dei migliori perché, diciamocelo, Lukasz non è il classico gentiluomo ed Ewelina non è la donna che ti giri a guardare due volte se la incontri per strada. Eppure, piano piano, tra un'ipotesi e l'altra, tra una fuga e un'altra, tra una chiesa e una cena in famiglia, il capitano e la sua principessa si avvicinano fino a diventare l'uno la persona dell'altro.

Aesthetic Il metodoRedzminski

Per me Kenneth e Tatiana sono e restano imbattibili, ma devo dire che Lukasz ed Ewelina si sono difesi bene. Mi è piaciuta tantissimo la parte storica, ogni dettaglio, ogni dato. Si è vista tutta la ricerca che c'è stata dietro per restituire al libro una verosimiglianza storica corretta. È estremamente scorrevole e tutto alla fine va al posto giusto, l'epilogo è bellissimo.

Ringrazio Diletta per l'attesa, la fiducia e per aver risposto a ogni mio messaggio durante la lettura. Già lo sai, ma aspetto la storia di Verena.

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